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Mule Variations: ritorno del poeta alle radici

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Il ritorno del poeta errante nella terra delle radici Quando nel 1999 Tom Waits pubblica Mule Variations , il suo tredicesimo album in studio, il mondo musicale vive un momento di transizione complesso: il rock alternativo si sta dissolvendo in mille rivoli, l’hip hop conquista un ruolo centrale nella cultura popolare, il country tradizionale tenta di salvarsi dalla plastificazione del mainstream. In questo panorama incerto, Waits decide di tornare a ciò che conosce meglio, ovvero quella terra di confine dove convivono la tradizione rurale americana, i blues malconci da bar di periferia, le ballate notturne imbevute di malinconia e la poetica degli ultimi, degli emarginati, dei sognatori sconfitti. Mule Variations arriva a sei anni di distanza da Bone Machine , disco oscuro e spigoloso, che aveva mostrato un Waits sperimentale, quasi ossessivo nel voler spogliare la musica fino al midollo. Con il nuovo lavoro, invece, l’autore sembra ritrovare una forma di equilibrio più umano, più ...

Bone Machine, requiem per l’umanità scolpito nel calcio

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  Bone Machine - Requiem per l’umanità, scolpito nel calcio Tom Waits è un artista unico, capace di muoversi tra le pieghe della musica, del teatro e del cinema con un’intensità che trascende i confini delle discipline. Con una carriera iniziata nei primi anni Settanta, Waits si è trasformato nel corso del tempo in una figura cardine dell’avanguardia artistica, combinando elementi teatrali, letterari e musicali in una sintesi creativa unica. Muove i primi passi nella vivace scena musicale californiana dei primi anni Settanta, un periodo segnato da fermenti artistici e sociali senza precedenti. La California è in quegli anni un crocevia di influenze culturali, dall’onda lunga del movimento hippy al crescente interesse per le arti sperimentali. A Los Angeles e San Francisco si sviluppano ambienti in cui la musica folk, il jazz e il blues si fondono con le sperimentazioni teatrali e letterarie. Nato a Pomona, emerge in questo contesto con uno stile che già nei primi dischi riflette ...

Tom Waits: la trilogia che ha cambiato il volto alla canzone d'autore

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Per comprendere davvero la trilogia che ha ridisegnato l’universo sonoro di Tom Waits – Swordfishtrombones (1983), Rain Dogs (1985) e Franks Wild Years (1987) – bisogna tornare agli anni immediatamente precedenti, quando l’artista californiano iniziava segretamente a smontare la macchina narrativa del proprio personaggio. La critica spesso immagina un taglio netto tra il vecchio Waits jazz-blues da bar notturno e il nuovo manipolatore di rumori, percussioni metalliche, arrangiamenti da cabaret post-industriale. Ma la verità, come sempre nel suo caso, è più complessa e più affascinante. Album come Heartattack and Vine (1980) e soprattutto la colonna sonora One from the Heart (1982) rappresentano infatti una zona di turbolenza stilistica, un corridoio di passaggio in cui qualcosa comincia a incrinarsi. In Heartattack and Vine resiste ancora l’immaginario crepuscolare degli anni Settanta, con i suoi pianoforti logori e la voce da crooner sfondato, ma il tono diventa più duro, più a...

Da The River a Making Movies: gli album usciti in ottobre che hanno definito un’epoca

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C’è qualcosa nell’aria d’ottobre che sembra sposarsi perfettamente con la musica: la luce che cambia, le giornate che si accorciano, l’inizio di un tempo più introspettivo. Non è un caso se tanti dischi fondamentali del rock sono nati proprio in questo mese. Da Tom Waits a Bruce Springsteen, da Dylan ai Dire Straits, ottobre ha spesso rappresentato un crocevia creativo, il momento in cui il rock si fa racconto e riflessione. The Heart of Saturday Night – Tom Waits (1974) Pubblicato il 15 ottobre del 1974, The Heart of Saturday Night segna la vera nascita artistica di Tom Waits. Dopo l’esordio ancora incerto di Closing Time , qui il cantautore californiano trova finalmente la sua voce: quella ruvida, notturna, intrisa di jazz, poesia e malinconia. Le strade di Los Angeles diventano un teatro abitato da sognatori, perdenti e poeti da bar. Canzoni come San Diego Serenade , Shiver Me Timbers e la title track raccontano la notte americana con un romanticismo sghembo, da Bukowski con il ...

Bob Marley & The Wailers: monografia e focus discografico

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Bob Marley: una monografia Ci sono artisti che diventano la colonna sonora di un’epoca e poi ci sono artisti che riescono a trascenderla, trasformando la propria voce in un simbolo universale. Bob Marley appartiene senza dubbio a questa seconda categoria. Ogni volta che torno ai suoi dischi, mi accorgo che non sto soltanto ascoltando musica, ma sto attraversando un mondo fatto di radici, rivoluzioni e visioni spirituali. Marley & The Wailers hanno scritto pagine che non si consumano mai, perché Exodus, Uprising o Rastaman Vibration non sono semplici album: sono frammenti di vita, sono voci che parlano ancora a chi ha bisogno di libertà e a chi cerca un po’ di luce in un tempo spesso confuso. La parabola artistica di Bob Marley & The Wailers rappresenta una delle storie più significative della musica del Novecento. Non si tratta solo di un percorso discografico, ma di una vicenda culturale e politica che ha reso Marley il portavoce globale del reggae e della spiritualità rastaf...

Agosto in musica: da Born to Run ad Highway 61 Revisited

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Un mese di grande musica questo agosto 2025. Dai 50 anni di Born to Run del Boss ai 50 di Highway 61 di Dylan, senza trascurare l'Astral Weekend e gli ottant'anni di Van The Man C’è qualcosa di speciale nell’agosto della musica. Forse perché i grandi anniversari tendono a cadere proprio in questo mese, o forse perché il calore estivo si sposa con la memoria di dischi che hanno acceso intere generazioni. Quest’anno, in particolare, il calendario ci regala una sequenza di ricorrenze che sembrano legate da un filo invisibile: i cinquant’anni di Born to Run di Bruce Springsteen, i sessanta di Highway 61 Revisited e Bringing It All Back Home di Bob Dylan, i ricordi incisi nel “Brown Album” di The Band e, infine, la festa che celebrerà gli ottant’anni di Van Morrison con un evento dedicato, l’ Astral Weekend . Sei tappe, sei dischi, sei storie che raccontano non solo la musica, ma anche l’anima di chi li ha ascoltati e vissuti. Springsteen e il suono della strada Il 25 agosto 1...

A Night with Van The Man: l’impossibilità di fermarsi adesso

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Nella carriera di Van Morrison i dischi dal vivo occupano un posto particolare. Per riuscire a comprendere appieno un artista complesso e prolifico come Morrison, è necessario soffermarsi sulla sua produzione discografica live. Se in studio ha costruito un corpus di opere che spaziano dal folk al soul, dal jazz al blues, è sul palco che la sua arte ha trovato la massima espressione. I suoi live non sono mai semplici repliche delle versioni in studio, ma reinvenzioni costanti, improvvisazioni che trasformano i brani in esperienze uniche e irripetibili. In questo senso, i dischi dal vivo pubblicati lungo il corso della sua carriera rappresentano non soltanto documenti, ma veri e propri tasselli di una poetica fondata sulla centralità della performance. It’s Too Late to Stop Now e i volumi successivi Pubblicato nel 1974, It’s Too Late to Stop Now è considerato da molti critici uno dei migliori album dal vivo non solo di Van Morrison, ma della storia del rock. Registrato durante il tour d...