Rodney Crowell, il cantautore country fuori dal tempo

Rodney Crowell, il cantautore country fuori dal tempo

Voce raffinata e penna affilata, Rodney Crowell è uno degli autori più autorevoli e visionari della country music moderna. Questa monografia riscopre un artista schivo e profondo che ha saputo reinventarsi con eleganza lungo cinquant'anni di carriera.

«Tutte le persone che rappresentano l’Americana condividono un filo conduttore, e quel filo è il poeta. Che siano poeti veri e propri o che la loro musica esprima una sensibilità poetica, in generale l’artista Americana rifugge i compromessi commerciali in favore di una visione personale. E questo mi risuona profondamente.»

Con queste parole, Crowell apre la strada a uno dei suoi lavori più ispirati, Close Ties del 2017. The Guardian lo definì “brutalmente onesto”. Riflettendo sulla propria giovinezza, i matrimoni falliti, gli amici scomparsi con un tono asciutto, letterario. La musica, tra acustico ed elettrico, accompagna testi da songwriter puro, dove ogni parola è pesata, ogni verso costruisce un pezzo della memoria collettiva. Sono brani che dimostrano il suo talento per le parole e la narrazione, incastonati in un concept sciolto che riflette momenti chiave della propria esistenza. L’apertura, East Houston Blues, parla della difficile infanzia in Texas: «Non credo nell’amore, e su questo puoi contarci. Se c’è un Dio lassù, ce l’ha con me.» 

"Nashville 1972" ci trasporta nel momento del suo arrivo come giovane autore a Nashville, con i ricordi dell’incontro con personaggi del calibro di Willie Nelson. Crowell utilizza i ricordi come materia grezza per le sue canzoni; in tutto l’album permane una sensazione dominante di onestà, di riflessione. Forty Miles From Nowhere è una delle canzoni più dolorosamente tristi e inquietanti sulla perdita che sentiremo in questo momento. 

Difficile scovare un altro brano dove un accompagnamento pianistico tanto semplice, sottile (suonato da Danny Mitchell) riesca ad avere un impatto così profondo, su parole accuratamente scolpite. Crowell alterna momenti di vulnerabilità toccante a lampi di ironia e autocoscienza. Brani come Life Without Susanna (un omaggio a Susanna Clark, moglie del suo grande amico Guy Clark) e It Ain’t Over Yet (dove duetta con Rosanne Cash e John Paul White) approfondiscono il tema della memoria e della connessione umana, offrendo un ritratto sincero e sentito di relazioni che hanno resistito alla prova del tempo, o che sono svanite troppo presto. L’album si configura come un diario musicale: non cronologico, ma emotivamente coerente. Un viaggio personale e artistico, dove ogni canzone è una fotografia in chiaroscuro di un momento vissuto, di un legame, di una perdita o di una conquista interiore.

Monografia di Rodney Crowell

Nato il 7 agosto 1950 a Houston, in Texas, Rodney Crowell è una figura centrale, ma spesso trascurata, del panorama country americano. Nonostante una carriera da solista che si estende dagli anni Settanta a oggi, il suo nome resta troppo spesso confinato all'interno della cerchia degli intenditori. Eppure, Crowell ha inciso un solco profondo nella storia del country, sia come autore per altri interpreti che come performer di straordinaria sensibilità. Il suo percorso, fatto di alti e bassi, è una lezione di integrità artistica e capacità di evolversi senza mai perdere il centro emotivo della propria poetica. 

Cresciuto in una famiglia umile, il giovane Crowell entra in contatto con la musica fin da bambino grazie all’ambiente casalingo, dove si suonavano canzoni country, honky-tonk e gospel. È il padre, cantante amatoriale, a trasmettergli l’amore per la musica. Negli anni Settanta, Crowell si trasferisce a Nashville e lì viene notato da Guy Clark, figura cruciale dell' Outlaw Country, che lo prende sotto la sua ala. La svolta arriva con Emmylou Harris, che lo arruola nella sua leggendaria Hot Band e incide molte delle sue canzoni. Questo connubio non solo consacra Crowell come autore raffinato ma lo inserisce in un ambiente in cui la qualità della scrittura è al centro di tutto. Negli anni Ottanta Crowell inizia a farsi strada anche come artista solista. Il suo primo album, Ain’t Living Long Like This (1978), è già un’opera matura, con brani poi portati al successo da altri artisti, come Waylon Jennings e The Oak Ridge Boys, ma è solo con Diamonds & Dirt del 1988 che conquisterà il grande pubblico. L’album contiene infatti ben cinque singoli, tutti numero uno nelle classifiche country: un’impresa che pochi possono vantare. Inciso dopo la fine del matrimonio con Rosanne Cash, segna l’apice commerciale di Crowell, ma anche una svolta nella scrittura, qui più personale, consapevole.

Un cantautore per adulti

Se gli anni Ottanta hanno visto Crowell affermarsi nel mainstream, il decennio successivo lo vede prendere una strada più appartata, ma artisticamente fertile. Abbandonato l’approccio più radio-friendly, inizia a esplorare tematiche più intime: la famiglia, le dipendenze, il tempo che passa. Dischi come Life Is Messy (1992) e The Houston Kid (2001) riflettono una nuova profondità lirica. In particolare The Houston Kid è considerato un capolavoro di Americana; un album di confessioni in bilico tra autobiografia e fiction, dove la voce narrante di Crowell si fa strumento di esplorazione sociale e personale. Il suo stile si affina ulteriormente: ballate malinconiche, introspezione spirituale, arrangiamenti sobri ma potenti. Il country diventa una delle sue influenze, assorbendo dal blues, dal folk, persino dal jazz in alcuni frangenti. Crowell adesso non insegue più il successo radiofonico, preferendo costruire un corpus di canzoni che parlano agli adulti — a chi ha amato, perso e riflettuto.

Poetica e identità musicale

Rodney Crowell ha sempre avuto un dono raro: scrivere canzoni che sembrano semplici ma contengono mondi. La sua poetica è fatta di verità raccontate con eleganza, di dolore distillato in melodia. Nei suoi testi si avverte l’influenza di scrittori come il premio Pulitzer Larry McMurtry, così come la spiritualità tormentata di Townes Van Zandt. A differenza di molti colleghi, non ha mai trasformato la sua biografia in un brand: ha scelto la via più difficile, quella dell'autenticità senza compiacenza. Musicalmente, il suo country è al contempo contaminato e fedele alle radici. Gli arrangiamenti sono spesso minimali: ogni nota è funzionale al racconto. L’uso della chitarra acustica come strumento narrativo, la cura delle armonie vocali, la scelta degli strumenti (violini, pedal steel, pianoforte) sono tutti elementi che parlano di un rispetto profondo per la tradizione, ma anche di un bisogno costante di rinnovarla.

Oh What a Beautiful World: l'omaggio dell'amico Willie Nelson

Lo scorso aprile 2025, Willie Nelson ha pubblicato Oh What a Beautiful World rendendo omaggio all'amico Rodney Crowell, reinterpretando dodici brani tratti dal suo vasto repertorio. Il disco si distingue per l’equilibrio tra profondità poetica e immediatezza melodica: le canzoni di Crowell, già forti nella scrittura, trovano nella voce profonda di Nelson una nuova dimensione emotiva. Ogni traccia vibra di autenticità, con arrangiamenti sobri che lasciano spazio alle parole e alla narrazione, elemento centrale nell’estetica di entrambi gli artisti. I brani coprono un lunghissimo arco temporale, spaziando tra ballate malinconiche, country notturno e riflessioni esistenziali, ma senza mai perdere coerenza stilistica. Tra i momenti più intensi c’è “Shame on the Moon”, resa con tocco minimale e disarmante onestà, mentre “Still Learning How to Fly” suona come un’autobiografia in musica, dolente e serena al tempo stesso. Il disco è una conversazione tra due vecchi amici, legati da una visione comune: quella di un’arte che rifiuta ogni compromesso per restare fedele a se stessa. La scrittura di Crowell si conferma tra le più solide e raffinate del songwriting americano, e Nelson ne diventa l’interprete ideale, restituendo alle sue parole una luce nuova e commovente.

Outsider dentro la storia

Rodney Crowell è un artista che ha scelto il margine, ma non è mai stato fuori gioco. Ha influenzato generazioni di cantautori, pur mantenendosi lontano dai riflettori. È stato padre e testimone dell'Alternative country, prima che il termine avesse un senso compiuto. È riuscito, come pochi, a coniugare  istinto narrativo e intellettualismo. In lui convivono il poeta e il cronista, il rocker e il balladeer, l’icona del Texas e il cantastorie universale. Riscoprire Rodney oggi significa aprire una finestra su un modo di fare musica che non teme il tempo. La sua carriera è molto più di una semplice parabola, è un cerchio che si allarga, inglobando esperienze, fallimenti e rinascite. È la dimostrazione vivente che la country music, quando è suonata e scritta con l’anima, può essere arte alta, altissima, capace di raccontare la complessità dell’essere umano meglio di qualunque teoria. In un’epoca in cui il suono country è spesso omologato al pop, Crowell rappresenta una voce che continua a cantare la verità con grazia, coraggio e una visione che non ha mai smesso di evolvere. E forse è proprio questo che rende il suo viaggio così prezioso, oggi più che mai.


STREET-LEGAL RUBRICA MUSICALE DI DARIO GRECO

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